“Ananda”, il tempio della saggezza
“Ananda”, costruire in stile domino
Un tempio che celebra l'equilibrio sarà innalzato da monaci un mattoncino dopo l'altro.
Nei panni di monaci dediti alla ricerca dell'equilibrio spirituale, bisognerà giocare con dei simboli per creare dei pattern particolari.
Si tratterà di elementi che entreranno a far parte di un tempio, ma anche preziosi per fare il maggior numero di punti.
Meditare sarà la chiave giusta per vincere, perchè costruire, ma poi non concedersi spazio per la mente non avrà nessun valore.
COMPONENTI: In “Ananda” troviamo due elementi principali composti da carte meditazione e da mattoncini in stile domino.
Nella scatola c'è un tabellone che mostra una griglia di suddivisione del pavimento per ospitare i 63 mattoncini.
I mattoncini ricordano molto, per materiale e per tipologia, quelli del domino, ma al posto dei numeri, avranno dei simboli colorati.
Sulle 108 carte meditazione ci saranno gli stessi simboli e colori, accompagnati però da numeri.
Ci sono anche 2 carte riepilogative del turno, 4 leggii per sorreggere i mattoncini e 4 pedine di un monaco in meditazione in altrettanti colori.
PREPARAZIONE: I giocatori di “Ananda” partiranno già con una mano di carte e dei mattoncini sul leggio.
I restanti mattoncini andranno mescolati ed andranno formate delle pile, mentre ogni giocatore riceverà un leggio da porre davanti a sé.
Sul proprio leggio, ognuno pescherà 6 mattoncini da tenere segreti agli altri e il mazzo andrà preparato in base al numero di giocatori, eventualmente togliendo delle carte.
Dal mazzo così preparato, ognuno prenderà una mano di 6 carte per iniziare una propria mano personale.
Lo scopo del gioco sarà quello di fare punti costruendo parte del tempio, abbinando i mattoncini uniti dai simboli alle carte dalla propria mano.
IL GIOCO: “Ananda” si sviluppa in varie fasi in cui ogni scelta deve essere fatta ricercando il giusto equilibrio.
La partita si sviluppa in una serie di turni personali, ognuno suddiviso in 5 diverse fasi, a cominciare dal posizionamento del proprio monaco.
Il monaco andrà spostato sul simbolo posto su uno dei mattoncini già posizionati nell'area di gioco seguendo alcune regole.
Il simbolo deve far parte di un'area di simboli uguali dove non sono presenti altri monaci e non può appartenere all'eventuale area precedentemente occupata dallo stesso monaco.
Andrà scelto un simbolo relativo al tipo di tessera con la quale si vorrà ampliare il tempio nella fase successiva.
Infatti si continua con la costruzione del tempio, durante la quale il giocatore potrà scegliere un numero qualsiasi di tessere con quel simbolo da piazzare sul tabellone.
Ogni tessera può essere piazzata per ampliare l'area di quel simbolo, anche accorpandola ad altre già occupate da altri monaci.
Sarà possibile edificare anche su altre tessere a patto che se ne coprano due diverse e che non ci siano spazi vuoti sotto.
Nelle fasi successive di "Ananda" si andranno a creare equilibri tra mattoncini coi loro simboli e carte
Quando saranno stati piazzati tutti i mattoncini desiderati, bisognerà contare il numero di simboli uniti della superficie sui cui si trova il nostro monaco.
Quello è il numero momentaneo di punti da gestire, per passare alla fase delle carte, individuando quelle dello stesso colore.
Il valore delle carte che possiamo giocare, inserendole in un mazzetto personale di punteggio, sarà pari o inferiore a quello dei punti calcolati.
Le carte giocate andranno a sottrarre quel valore dal punteggio dei mattoncini: il valore rimanente sarà il numero di nuovi mattoncini da pescare e posizionare sul proprio leggio.
Il numero di mattoncini che il proprio leggio può ospitare sarà massimo 8, ogni eccedenza non sarà pescata.
Il numero di mattoncini andrà ad indicare anche il numero di carte che si dovrà avere in mano per terminare il turno, pescandone quindi di nuove se fossero di meno.
Appena un giocatore avrà piazzato il suo ultimo mattoncino e anche quelli della scorta saranno terminati, la partita si concluderà.
Ognuno andrà quindi a contare il valore di tutte le carte messe da parte come punteggio e chi avrà il totale maggiore sarà dichiarato vincitore.
CONSIDERAZIONI: “Ananda” porta il concetto del domino in un turbine orientale fatto di karma ed equilibrio
Qui non troveremo quei numeri, ma troveremo una simbologia coloratissima che abbraccia totalmente la spirale karmica.
“Ananda” è un gioco di riflessione e attenzione in cui un elemento karmico pervade il concetto del domino e lo espande su vari livelli.
La bellezza dei componenti sicuramente mette questo titolo ad un livello superiore rispetto a molti altri.
La componentistica infatti include un consistente numero di tesserine che ricordano molto da vicino quelle del domino.
Qui però avranno dei simboli super colorati che renderanno ogni tessera ben riconoscibile nel mosaico che inevitabilmente si formerà sul tavolo.
Il concetto del domino viene ampliato a dismisura anche per la possibilità di visionare tutto lo schema su più livelli.
Non c'è infatti una semplice adiacenza da tener conto, ma anche la possibilità di creare vere e proprie strutture su varie scale che si formeranno.
L'occhio vigile dei giocatori dovrà proprio sfruttare questi espedienti, ad ogni turno, per inglobare quanti più simboli possibili.
Non basterà collegare tesserine possedute sul leggio, ma il trucco sarà incastonarle proprio con altre, più lontane ma già presenti.
Nella mente dei giocatori dovranno infatti andare a formarsi vari schemi mentali sulla collocazione delle tessere in modo da ottimizzare i punteggi.
Ogni colore va quindi studiato, innanzitutto per la collocazione del monaco, e poi per l'ampliamente del suo colore di pavimento.
Questo potrebbe essere anche un bel gioco di cattiveria nel coprire eventuali sbocchi per i giocatori successivi.
Il concetto di equilibrio di “Ananda” si assesta su ogni fase successiva a quella di collocazione delle tessere.
Non basta solamente ampliare a dismisura la parte colorata che compete il territorio dove risiede il proprio monaco.
Delineare una bella zona ricca non basta infatti per poter ottenere un grosso numero di punti, tutto dipende anche da altri fattori.
Innanzitutto dalle carte. Creare un mosaico di un certo colore quando poi non si avranno carte da trasformare in punti sarà poco utile.
Sicuramente si prenderanno nuovi mattoncini che serviranno ad ampliare le possibilità al turno successivo, ma mossa poco fruttuosa in termini di vittoria.
Anche stabilire a quanti punti rinunciare, pur avendone la possibilità, sarà una mossa da valutare bene.
Infatti ogni punto sacrificato sarà un mattoncino in più che potrebbe dare nuove opportunità successivamente.
Anche l'equilibrio tra mattoncini posseduti alla fine del turno e carte, permetterà di pescarne delle nuove come mossa gratuita.
Un costante equilibrio quindi quello di “Ananda” che parte sfruttando un gioco più che classico ma rigirandolo in modo inaspettato.
In perfetta coerenza col tema spirituale di matrice orientale, il puro equilibrio da ritrovare con ogni elemento è un concetto essenziale.
Carte, punti, mattoncini saranno tutti gli elementi da sistemare sullo stesso piano, prendendosi il meglio da ogni spunto.
Commenti
Posta un commento