"Antiquity Quest", l'archeologia sa di gioco di carte tradizionale


I protagonisti di “Antiquity Quest” si sentono un po' Indiana Jones ma con uno spirito forse meno avventuroso e più orientato verso il fascino e la voglia di mettersi i bastoni tra le ruote!


Dev'essere difficile il mestiere di archeologo: degli spostamenti di chilometri e chilometri per raggiungere posti lontanissimi, spesso fauna e popolazione locali non esattamente amichevoli ed anche la necessità di avere un minimo di resistenza fisica per sopportare luoghi angusti e caldo torrido. Ma c'è anche un lavoro successivo piuttosto seccante e complesso, ovvero radunare e suddividere correttamente le antichità ritrovate, ed è esattamente questo che andranno a fare i giocatori di “Antiquity Quest” con un sistema che può ricordare vagamente il gioco del burraco.

COMPONENTI: Elegantissima la confezione di “Antiquity Quest”, tanto da sembrare una vera confezione dispensatrice di tesori appartenenti ad una civiltà ormai dimenticata.

“Antiquity Quest” è un gioco di carte per 2-8 giocatori pubblicato dalla Grandpa Beck's Games che non ha ancora una versione italiana ma che risulta perfettamente giocabile anche nella sua versione straniera grazie alla completa assenza di testo sulle carte. All'interno della confezione suddivisa in 3 scomparti, troviamo suddiviso l'intero mazzo di carte che serve per giocare: davvero un numero impressionante di carte visto che ce ne sono oltre 200

Ovviamente appartengono a varie tipologie: abbiamo ad esempio le carte antichità suddivise in 6 colori differenti che rappresentano 5 civiltà differenti, dagli orientali fino agli egizi, ognuna suddivisa a propria volta in carte numerate da 1 a 5 oltre le carte jolly caratterizzate da una W di Wild. Le carte tesoro invece non sono numerate ma presentano uno sfondo nero ed un simbolo che ne caratterizza il tipo, visto che il gioco ne presenta 5 diverse tipologie, ognuna presente in 7 copie. 

Presenti anche le carte personaggio, ovvero il Professor Nigel Remington e Tess Wynter che serviranno per attivare delle specifiche azioni. All'interno della scatola sono presenti anche dei praticissimi reminder dei punteggi e delle azioni disponibili con le carte personaggio, oltre ad un blocchetto per segnare i punti manche dopo manche.

PREPARAZIONE: Difficile da mescolare tutto in una volta un mazzo composto da oltre 200 carte, ma servirà farlo per poter iniziare a giocare con “Antiquity Quest”.

Per dare inizio alla partita, si dovrà innanzitutto mescolare bene l'intero mazzo di carte che comprenderà quindi quelle personaggio, i tesori e le antichità. Dopo averlo fatto bisognerà consegnare 10 carte ad ogni giocatore che avrà così una propria mano iniziale ed altre 10 carte che invece rappresenteranno una riserva che non si dovrà vedere fino ad un certo punto della partita. 

Non servirà altro che consegnare un utile riepilogo dei punteggi ad ogni giocatore per poter iniziare a giocare. Lo scopo del gioco è quello di realizzare dei set di antichità e tesori col miglior punteggio e terminare le carte dalla propria mano.

IL GIOCO: Un sistema che sarà piuttosto familiare a chi ha dimestichezza con i giochi di carte francesi, dalla scala 40 al burraco è alla base di “Antiquity Quest”.


Ogni giocatore, al proprio turno, dovrà svolgere 3 fasi ben distinte. La prima permette di prendere nuove carte: la scelta è tra due carte dal mazzo di pesca che sarà ovviamente al centro del tavolo dopo la distribuzione iniziale, oppure prendere tutte le carte che sono contenute nella pila degli scarti che man mano andrà creata, ma soltanto se si potranno mostrare dalla mano da 2 a 4 carte dello stesso colore della carta scartata, mettendole subito a terra come set giocato, insieme alla carta superiore degli scarti, tenendo invece in mano tutto il resto della pila.

Dopo aver rimpinguato la propria mano, il giocatore avrà modo di giocare le proprie carte nella sua area o in quella degli avversari. Le opportunità prevedono di giocare la carta Nigel per pescarne 3 nuove dal mazzo principale, oppure di calare dei nuovi set, composti da almeno 3 carte, o ancora di aumentare il numero di quelli già giocati in precedenza, completandoli affinchè raggiungano un massimo di 5 carte. 

Nel gioco è possibile dare vita a vari tipi di set che offriranno dei punteggi diversi quando saranno completati, ovvero quando saranno composti da 5 carte: il più agognato è quello composto da tesori tutti diversi che offre 1500 punti, seguito da una “scala reale” da 1000 punti realizzata con antichità dello stesso colore e di numero differente, all'occorrenza sostituiti da jolly dello stesso colore. Questi set si potranno anche “sporcare” permettendo ripetizioni di elementi, quindi creare un set di tesori mostrando anche gioielli identici, ma con una valutazione di 750 punti, oppure stesso discorso per le carte antichità calando il valore del set a 500 punti. 

Sarà anche possibile fare un misto di carte antichità, ma sempre dello stesso colore e carte tesoro, che potrà essere composto anche da più di 5 carte (unico caso possibile) ma andrà ad offrire soltanto 250 punti. Il giocatore di turno potrà giocare le proprie carte anche sui set avversari, ciò può essere utile per sporcare le collezioni abbassandone quindi il valore, oppure semplicemente per disfarsi di carte inutili per il proprio gioco. 

Quando il giocatore è soddisfatto delle proprie mosse potrà terminare il suo turno scartando una delle proprie carte nell'apposita pila accanto al mazzo di pesca, ma se scarterà la carta di Tess, potrà eliminare il mazzo degli scarti finora realizzato, facendolo partire da zero, utile mossa per non rendere troppo appetibile un tentativo da parte di un avversario di acciuffare troppe carte in una volta sola. 

Quando un giocatore, posizionando le carte o scartando l'ultima, dovesse finire le carte dalla propria mano, potrà prendere le 10 carte distribuite ad inizio round e tenute da parte e quando riuscirà a piazzare anche queste, ma solo dopo aver già realizzato 5 set completi, allora la manche sarà terminata: il giocatore che ha finito le carte riceverà ben 500 punti bonus e ogni avversario avrà un ultimo turno di gioco prima dei punteggi. 

Ognuno andrà a contare i propri punti, ovvero quelli offerti dai set completati, valori positivi, seguendo la tabella del promemoria, per le collezioni non completate ma calate nella propria area e per i personaggi giocati, e invece punti negativi invece per le carte ancora presenti nella propria mano e nel mazzo di riserva se non ancora recuperato. Tutto andrà segnato nell'apposito blocchetto: sarà possibile svolgere 3 round di seguito come partita completa o anche fermarsi ad uno per una sfida veloce, ma in ogni caso il vincitore sarà chi avrà, ovviamente, totalizzato il punteggio maggiore

CONSIDERAZIONI: Un gioco ben presentato sotto l'aspetto grafico che strizza l'occhio ai classici del gioco di carte, impreziosendo il tutto con delle piacevoli interazioni tra i giocatori.


E' impossibile non associare “Antiquity Quest” ad alcuni dei più noti giochi di carte che si possono intavolare con un paio di mazzi di carte francesi, visto che la meccanica di creazione set numerati può ricordare molto da vicino un burraco, ad esempio, visto che c'è anche la possibilità di realizzare dei set puri o sporcati da una ripetizione di elementi, ma quel che offre questo titolo va oltre, grazie ad alcuni punti innovativi che renderanno la partita decisamente più incline alla sfida e all'interazione.

Infatti è sicuramente un elemento non da sottovalutare l'opportunità di poter giocare carte anche nell'area dei propri avversari per interagire con i set altrui: se inizialmente questo potrà sembrare una stramberia che mai si potrebbe prendere in considerazione, pensandoci bene potrebbe essere molto utile utilizzare una delle proprie carte per decurtare di molto il valore di un set che un rivale era impegnato a creare pian piano.

Questo è uno dei motivi per i quali molto spesso i giocatori tenderanno a tenere in mano le carte utili per un set puro, ma questo tentennare potrebbe essere un'arma a doppio taglio visto che una chiusura anticipata da parte di un altro giocatore potrebbe affossare del tutto i sogni di vittoria, ottenendo solo punti negativi per ciò che purtroppo viene tenuto in mano.

A conti fatti è molto comune giocare nel proprio orticello senza offrire set incompleti allo sguardo altrui quando c'è ancora il mazzetto di riserva da recuperare, ma una volta preso, i giochi inizieranno a farsi bollenti e ad utilizzare ogni carta utile per poter diminuire i valori dei set avversari, pur preservando elementi ottimi per presentare dei set golosi a fine round. 

Non è immediatissimo ricordare il tipo di punteggio di ogni set, ma accomunando semplicemente l'idea di averli puri o non puri, e soprattutto osservando l'utilissima scheda riepilogo, tutto sembrerà più facile anche già dalla prima partita. 

Il gioco supporta fino a 8 giocatori, ma questo inevitabilmente può creare dei tempi morti davvero molto antipatici nell'attesa del proprio turno, mentre potrebbe essere un'ottima idea mantenere quest'opportunità, ma giocare in coppia, favorendo quindi i set del proprio collega con una doppia concentrazione di carte, sistema utile per creare anche una sinergia e donare al gioco un altro punto a favore. 

“Antiquity Quest” potrebbe essere quel giusto compromesso anche per intavolare un gioco inedito con degli amici di solito legati solo ai grandi classici dei giochi di carte, che troveranno degli elementi di certo molto noti, ma che magari resteranno deliziati dalle piccole novità che rendono questo titolo diverso da ciò cui erano abituati.

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