"Spywhere", da dove viene la spia?
Ogni paese è da sempre contraddistinto
da un particolare manicaretto gastronomico che lo rende unico e
conosciuto in tutto il mondo. Una succulenta paella richiama subito
il calore e l'allegria della Spagna, così come la Francia non
potrebbe fare a meno delle sue baguette e l'Italia dell'irresistibile
pizza. Prendete queste pietanze, inseritele in un contesto di spie
misteriose e avrete l'ambientazione che contraddistingue “Spywhere”.
CONTENUTO
Cesare Mainardi è il papà di
“Spywhere”, un card game per 2-6 giocatori, pubblicato da Azao
Games e distribuito da Atalia Giochi. All'interno della compatta
confezione troviamo semplicemente delle carte. La maggior parte
rappresenta le spie delle varie nazionalità scelte, ovvero italiana,
spagnola, francese, tedesca, inglese e belga che saranno il vero
motore del gioco. A queste si aggiungono 6 passaporti che doneranno
ai giocatori un'identità segreta da svelare solo a fine partita e 6
set da 6 carte per tentare di scoprire la nazionalità degli
avversari.
PREPARAZIONE
Preparare una partita di “Spywhere”
sarà davvero semplice. Come prima cosa bisognerà distribuire ad
ogni giocatore un passaporto, in modo da conoscere la propria
identità. Dopo quest'operazione, ognuno sceglierà un colore e
prenderà il suo set di 6 carte. Il mazzo di pesca andrà ben
mescolato, 5 carte saranno scoperte al centro del tavolo e 3
consegnate a ciascun giocatore. Lo scopo del gioco sarà quello di
fare punti acquisendo carte appartenenti alla propria nazionalità e
tentando di indovinare l'identità altrui, cercando al tempo stesso
di non dare troppe informazioni sulla propria.
IL GIOCO
Il turno di una partita di “Spywhere”
si compone di due fasi. Nella prima, il giocatore prende
semplicemente una nuova carta dal mazzo di pesca, dopodichè, tra
tutte quelle che compongono la propria mano, se ne sceglie una che si
scambierà con una delle 5 presenti al centro del tavolo. Se, dopo
quest'operazione, 3 delle 5 carte scoperte sono della stessa
nazionalità e se quella nazionalità non è la stessa della nostra
identità segreta, potremmo prenderle, esporle scoperte davanti alla
propria area di gioco e prendere in premio una seconda carta dal
mazzo di pesca. Facoltativamente c'è la possibilità di completare
il turno piazzando, davanti ad un giocatore, una delle carte del
proprio set colorato: questo gesto permetterà di ufficializzare la
propria idea sull'identità di un giocatore.
Il gioco continua in
questo modo fino a quando non si manifesteranno uno dei due requisiti
di fine partita, ovvero la fine del mazzo di pesca oppure la consegna
della carta colorata del set di un giocatore a tutti gli avversari:
in questo specifico caso, tutti gli altri potranno fare le proprie
supposizioni consegnando le proprie carte agli altri per poi rivelare
tutto e procedere con i punteggi. Ogni giocatore guadagna un punto
per ogni carta appartenente alla propria fazione posseduta in mano, e
questo stesso punteggio, in aggiunta, andrà moltiplicato per il
numero di avversari di cui si è stati capaci di riconoscere
l'identità. Chi avrà totalizzato il maggior numero di punti sarà
ovviamente il vincitore.
CONSIDERAZIONI
“Spywhere” è un gioco di bluff
piuttosto sottile, in cui mettere le carte in tavola, come suggerisce
il famoso detto, può fare la differenza. Rivelare tanto, piazzando 3
carte scoperte di fronte a sé, quando se ne troveranno tre identiche
non appartenenti alla propria fazione al centro del tavolo,
permetterà di offrire un indizio forte agli altri, ma anche di
eliminare così dal mazzo 3 carte utili ad un altro giocatore che
avrà il possesso di quell'identità, in più si potrà pescare una
nuova carta, misteriosa per gli altri e magari appartenente alla
propria fazione, quindi portatrice di un punto.
Bluffare, prelevando
carte dal centro del tavolo, per lo scambio con la propria mano, è
un meccanismo da valutare bene, visto che acciuffare sempre carte
dello stesso tipo potrebbe far intuire troppo rapidamente agli altri
su cosa si stia giocando, ma anche rinunciarvi del tutto, potrebbe
portare ad avere pochissimi punti a fine partita, visto che spesso
sono proprio le carte fazione in mano a fare la differenza con
eventuali pareggi. Consegnare carte del proprio set agli altri può
mettere ansia nel gruppo di gioco, visto che ogni carta abbinata
rappresenta un passo in più verso la fine della partita, quando i
nodi verranno al pettine e i punteggi andranno calcolati, ma può
essere anche una tecnica di un giocatore per abbreviare la partita e
non permettere agli altri di accumulare punti prendendo carte.
Essendo un party game, il gioco gira sicuramente meglio nel numero
massimo di giocatori e garantisce un certo divertimento dettato non
tanto da un dinamismo, ma dall'attenzione necessaria a tenere sotto
controllo le mosse altrui, elemento che permette di non creare alcun
tempo morto durante una partita di “Spywhere”.
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