"Child Wood", un ritorno al libro game in chiave horror
Non è saggio addentrarsi in quel
bosco. Non è il luogo in cui verrebbe facile immaginare di
organizzare un pic nic, eppure qualcuno ci ha messo piede e non è
più tornato.
Ron Stephenson è un guardiacaccia,
vive nella contea di Child Wood e sarà il protagonista di
un'avventura che potrebbe prendere delle pieghe inaspettate a seconda
delle scelte che si svilupperanno dai numerosi bivi, ma non tutte le
strade saranno piacevoli da percorrere.
Quattro bambini hanno scelto di
avvicendarsi nel fitto della foresta, probabilmente spinti da una
prova di coraggio oppure dall'incoscienza dettata dalla giovane età.
Non c'è stata più alcuna notizia che li riguardi da quando hanno
varcato la soglia dei primi alberi della foresta e le ricerche non
hanno dato purtroppo i frutti che si speravano.
Ron è proprio la persona che si
prenderà l'incarico di scovarli e di trovare magari anche una
risposta ai mille misteri che attanagliano lo scenario di questo
bosco oscuro: questa a grandi linee è la trama di fondo di “Child
Wood” un vero e proprio tuffo nel passato, sia per quanto riguarda
la tipologia di prodotto, sia per la storia raccontata che strizza
l'occhio ad alcuni cult dei decenni trascorsi.
“Child Wood” è a tutti gli effetti
un libro game, di quelli che andavano tanto di modo negli anni '80 o
giù di lì, scritto a quattro mani da Giampaolo Razzino e Fabio
Antinucci e pubblicato da Little Rocket Games e Tuga Edizioni. Il
compatto volume, proprio come i suoi antenati, racchiude la storia
suddividendola in bivi che il giocatore dovrà man mano scegliere.
Ovviamente tutto inizierà da
un'introduzione che porterà immediatamente il lettore nelle
atmosfere misteriose della foresta, vera protagonista dell'opera, che
custodisce dei segreti ancora non confessati. La polizia non è
riuscita a trovare tracce dei ragazzi che si sono avventurati nel
fitto del bosco e il guardiacaccia decide quindi di dare un'occhiata
all'ambiente per poter trovare una risposta e tranquillizzare
l'intera comunità.
Già dalle prime pagine la mancanza di
agio e la tensione saranno particolarmente palpabili e quasi ad ogni
passo, il lettore potrà dare voce alla propria scelta andando a
ricerca alla pagina prestabilita, le reazioni e le conseguenze delle
selezioni fatte. Non sempre, ovviamente, saranno delle scelte facili
e soprattutto, molte volte ci sarà di che pentirsi per il seguito
della storia che si andrà a leggere.
Una storia soprannaturale potrebbe
prendere, com'era facile immaginare fin dai primi passaggi del libro,
il sopravvento sulla concretezza della vicenda, andando a prelevare
situazioni e dettagli degni di un film horror psicologico, per quello
che il guardiacaccia protagonista scoprirà annidato all'interno del
cuore della foresta.
La storia, come si diceva, strizza
molto l'occhio ai classici del settore, ovvero i film horror e i
romanzi dedicato all'orrore puro di stampo prettamente psicologico e
soprannaturale, ma anche ad un certo filone per ragazzi, pur
osservando tutta la storia con gli occhi di un adulto, per la
presenza di un gruppo di 4 ragazzi giovani che possono ricordare
anche atmosfere degne di cult dei giorni nostri come “Stranger
Things”.
Il lettore probabilmente non sarà
subito contento dell'epilogo della prima incursione in “Child
Wood”, visto che potrebbe terminare l'avventura intrapresa anche
senza entrare ufficialmente nel vivo della vicenda, motivo per il
quale, proprio per la natura del prodotto, sarà facile ritornare ad
un bivio importante o anche rivivere la storia dall'inizio per
cambiare strada e proporre nuove scelte.
“Child Wood” potrebbe essere anche
un buon esercizio da svolgere in gruppo: se l'emozione di una lettura
solitaria rappresenta il cuore del libro game, leggendo ad alta voce
e magari consultandosi con altri per le scelte da compiere, si può
dar vita ad un interessante esperimento sociale con i propri amici di
avventura, condividendo gli orrori nascosti nel fitto della foresta
protagonista del volume.
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