"Heaven, Here I Come!", non c'è posto in Paradiso
“Heaven, Here I Come!” vi porterà in Paradiso.
Non c'è posto per tutti, chi sarà degno di passare le porte della pace eterna?
Non c'è posto proprio per tutto il gruppo, qualcuno dovrà rimanere indietro e la scala di valori per entrare sarà il peggior peccato commesso.
Avarizia, orgoglio, lussuria, sono tante le pecche che potreste aver avuto in vita, chi sarà stato il peggiore del gruppo?
Badate bene, ci sarà solo un capro espiatorio da individuare, ma chi avrà la decenza di non bluffare anche nell'aldilà?
COMPONENTI: Divertentissimi schermi faccia e delle carte peccato sono alcuni degli elementi di “Heaven, Here I Come!”.
Non esiste una versione italiana del gioco, ma quella cinese e inglese è giocabile anche senza conoscere in modo approfondito le lingue straniere.
Nella scatola compatta trovano posto 10 simpaticissimi schermi faccia con le buffissime espressioni dei protagonisti ed un numero romano.
Sul retro degli schermi è presente uno schema di peccati, ognuno abbinato ad una coppia di simboli, dal teschio al cuoricino.
Troviamo anche 25 carte peccato suddivise nei 5 simboli previsti dal gioco ed una plancia componibile con gli stessi simboli.
Terminano la lista di componenti 10 gettoni voto a doppia faccia con pollice in su o braccia incrociate e 10 gettoni con gli stessi numeri degli schermi.
PREPARAZIONE: Ogni giocatore di “Heaven Here I Come!” conoscerà il suo peccato e avrà un indizio dei giocatori vicini.
Al centro del tavolo andrà la plancetta, mentre le carte peccato andranno ben mescolate: una andrà consegnata ad ogni giocatore.
I partecipanti la guarderanno segretamente e la metteranno alla propria sinistra, dopodichè guarderanno quella presente alla propria destra.
Questa coppia di simboli andrà ricercata sul retro del proprio schermo per scoprire quale sia il proprio peccato.
In base al numero di giocatori, ognuno riceverà dal mazzo peccato un certo numero di carte a formare la propria mano.
Con questa configurazione i giocatori saranno idealmente divisi in due team, ovvero i peccatori e i capri espiatori.
I capri espiatori saranno coloro che avranno commesso il peccato più a destra seguendo lo schema dietro gli schermi, mentre tutti gli altri saranno del team peccatori.
Nel team peccatori ci sarà anche un cattivo, ovvero la o le persone che avranno commesso il peccato più a sinistra.
Lo scopo del gioco dipende dai team: i peccatori dovranno individuare il capro espiatorio, e quest'ultimo dovrà invece far eliminare un peccatore.
IL GIOCO: Osservare un nuovo indizio in “Heaven, Here I Come!” permetterà poi di stabilire le accuse verso gli altri.
Escludendo le prime due carte a sinistra e a destra, ognuno potrà guardare segretamente una carta posta tra due giocatori.
In questo modo, ognuno potrà ricevere un indizio importante che potrà indicare dei possibili peccati per i due giocatori che lo stabiliscono con quella carta.
Dopo aver visto le carte, si andrà verso la seconda fase, quella della discussione, la parte più animata della partita.
In questa fase, ogni giocatore può parlare apertamente di ciò che ha visto, ovviamente senza avere l'obbligo di dire la verità.
In questo modo si potranno fare supposizioni e anche domande dirette agli altri, le cui risposte potrebbero ovviamente essere non vere.
Quando un giocatore si sente pronto, potrà fare un'accusa giocando una delle proprie carte sul relativo spazio della plancia centrale.
Il gruppo saprà che ci sono 5 carte per tipo, avendone una quindi sulla plancia, si andrà ad escludere quella dalle carte peccato presenti tra i giocatori.
L'accusatore andrà ad indicare un giocatore che identifica come capro espiatorio creando quindi un sondaggio tra i giocatori.
Nella fase di accusa di "Heaven, Here I Come", solamente l'accusatore potrà parlare indicando le sue motivazioni per la scelta effettuata.
Tutti dovranno prendere nel pugno il proprio gettone voto e indicare con il pollice in su il favore verso l'accusa, braccia incrociate a favore della difesa.
Se almeno metà dei giocatori avranno votato con pollice in su si passerà alla prossima fase di gioco, il finale di partita, altrimenti si continuerà con le accuse da parte dei giocatori.
Se l'accusa andasse a buon fine, il giocatore accusato potrà tentare di salvarsi indicando un giocatore che pensa sia il cattivo, ovvero quello col peccato più a sinistra dello schema.
Dopodichè tutte le carte peccato tra i giocatori andranno girate: in questo modo ognuno paleserà i propri peccati.
Se il giocatore accusato non fosse il capro espiatorio, allora sarà questa fazione ad aver vinto la partita.
Se invece lo fosse stato avrebbe vinto il team dei peccatori, ma solo se il giocatore indicato da chi è stato accusato non fosse davvero il cattivo!
CONSIDERAZIONI: L'ambientazione particolare di “Heaven, Here I Come!” lo rende un simpatico e particolare gioco di bluff.
Siamo stati abituati ad essere lupi pronti a sbranare dei villici spesso dotati di poteri straordinario in un gioco che ormai è un classico.
Abbiamo anche provato dei giochi in cui interpretare personaggi legati al mondo fantascientifico o fantasy appartenendo a team segreti.
In “Heaven, Here I Come!” invece abbiamo il ruolo di defunti che non possono permettersi un ingresso collettivo nell'aldilà.
E' ovvio che saranno i peccati commessi a dare la priorità a qualcuno rispetto agli altri, ma da buoni peccatori, anche all'ultimo gradino del paradiso ci potranno essere sorprese.
Ecco allora mascherare biecamente il proprio terribile peccato fingendosi agnellini docili, pur di varcare le porte eterne.
Sfiziosissimi i componenti del gioco, con schermi dalle espressioni buffissime e carte peccato che sono illustrate in modo molto ironico.
Ingegnoso il sistema mediante il quale ogni giocatore andrà a conoscere il proprio peccato, con una combinazione di due carte.
Una di queste carte sarà anche un prezioso indizio per capire i propri vicini a quali categorie potrebbero appartenere.
Ognuno avrà quindi delle informazioni iniziali che potranno di certo essere di grande aiuto nella fase di discussione.
Nessuno però sarà mai certo, in “Heaven, Here I Come!” a quale fazione faccia parte, salvo rari casi, fino alla fine della partita.
Non conoscendo tutte le carte peccato poste tra i giocatori, i partecipanti potranno avere solo una vaga idea sul proprio team.
Avere un peccato tra i primi ovviamente porrà il giocatore quasi sicuramente in un team di peccatori e forse anche nel ruolo di cattivo.
Chi invece sarà etichettato con la lussuria sarà senza ombra di dubbio un capro espiatorio, ma a quel punto occorrerà dissimulare!
La fase di accusa tenderà ovviamente a salvare l'accusatore e tentare di porre fine alla partita con un gesto plateale.
Per farlo bisognerà però mettere in mostra una carta peccato che innescherà un primo gioco di esclusioni visto che non potrà trovarsi tra i giocatori.
Come ogni gioco di bluff, la dialettica, le domande mirate, le risposte deviate e le accuse sono ovviamente il piatto principale.
Le dichiarazioni che faranno i giocatori potranno avere vita breve se smascherate da altri, ma bisogna sempre tentare di occultare la verità.
Credere o non credere sarà ovviamente a discrezione dei giocatori che in questo titolo potranno tirare fuori la propria arte recitativa in modo perfetto.
In “Heaven, Here I Come!” però le accuse verbali potranno essere fatte parlando di carte peccato tra i giocatori.
Le stesse carte che conosceranno bene almeno due giocatori, visto che si tratterà di una carta che compone il proprio peccato.
Questo innescherà non solo un gioco di bluff, ma anche un gioco di calcolo per scoprire la verità in base alle dichiarazioni e gli indizi.
Un gioco a identità segrete molto particolare quindi, in cui talvolta la verità potrebbe non essere nota nemmeno ai protagonisti stessi.
Il tema surreale, l'ironia di base e un meccanismo diverso dal solito, potrebbero indicare questo gioco come una valida alternativa ai giochi di bluff canonici.
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