"Triqueta", esattamente tre e non di più
“Triqueta”, tre è il numero magico.
Trittici di tessere uguali offrono più punti, ma come si fa a gestire l’avidità?
Si tratta del nodo della trinità che mette in relazione tre
elementi per creare qualcosa di magico e di unico.
Proprio sulla base di questo concetto nasce questo gioco che
premia proprio la possibilità di creare dei trittici di tessere.
Animali come orso, cinghiale ed ariete saranno quelli da
conquistare sperando di rispettare le quantità, ma come fare?
COMPONENTI: Sono molto belle le tessere di “Triqueta” che rappresentano 6 tipologie diverse di animale da far apparire nelle varie file.
Nella scatola troviamo 5 segnafile a forma di trisciale, 3
dischi albero ed una pietra di partenza.
Vero cuore del gioco è però composto dalle 60 tessere
animale realizzate in legno su cui sono stampate figure di animale.
Troviamo il coniglio di valore 5, il gufo di valore 6, il
cervo di valore 7, il cinghiale di valore 8, l’ariete di valore 9 e l’orso di
valore 10.
PREPARAZIONE: Dei fiori di tessere alti tre piani e composti da 5 petali sono le basi della preparazione di “Triqueta”.
Mescolare bene poi le tessere a faccia in giù e creare dei
fiori avvicinando 5 tessere come se fossero petali.
Questa composizione va creata per 4 basi, su cui saranno
montate, su ciascuna base, altri due piani, esaurendo quindi le tessere.
Su tre delle pile di fiori di tessere così formati, andranno
posizionati altrettanti dischi albero. Il giocatore più giovane avrà la pietra
di partenza.
Lo scopo del gioco è quello di ottenere punti dalle tessere
prese round dopo round, i più golosi sono quelli offerti dai trittici.
IL GIOCO: Prendere una fila o aggiungere ad una fila, ecco la scelta di base in ogni turno di “Triqueta”.
Nel primo caso, andrà pescata, dalla pila di fiori di
tessere, una da guardare in segreto e fare una seconda scelta.
Solo due volte per partita, si potrà tenere questa tessera
per sé, a faccia in giù e passare il turno al prossimo giocatore.
Più di frequente invece, dopo aver pescato una tessera, si
andrà ad aggiungere ad una delle file presenti sul tavolo.
La tessera si potrà aggiungere indistintamente ad una fila
vuota o che contiene già uno o più animali di qualunque tipo.
Con la seconda opzione invece, si prenderà una intera fila
di tessere, compreso il segnafila e si inizieranno a comporre gruppi di tessere
uguali.
Se un giocatore sceglie di svolgere questa azione al proprio
turno, resta escluso dal seguito del round fino a che tutti non avranno preso
una fila.
L’ultimo giocatore a prendere una fila prenderà la pietra di
partenza e anche l’albero posto su un altro fiore di tessere che sarà quello
disponibile per il round successivo.
Eventuali tessere non utilizzate per il round appena
concluso saranno scartate senza vederne però il retro.
Al termine del quarto round di "Triqueta", dopo aver utilizzato anche l’ultimo fiore di tessere, la partita termina e si procederà al conteggio dei punti.
Ogni giocatore controllerà i sei tipi di animale e otterrà
punti per ognuno di essi a seconda delle quantità possedute.
Una o due tessere di un animale valgono un punto per ogni
tessera posseduta, mentre da quattro tessere in su, ogni tessera oltre la terza
varrà meno un punto.
I set composti esattamente da tre tessere varranno invece il
punteggio indicato dall’animale sulla tessera.
A questi calcoli andrà sommato un punto per ogni disco
albero posseduto e un punto se si possiede la pietra di partenza.
Il vincitore sarà il giocatore che avrà totalizzato il
punteggio più alto conquistando le tessere dal magico potere.
CONSIDERAZIONI: “Triqueta” offre un certo sapore di deja vu, associato ad un clima mistico e una struttura semplice e veloce.
Eccovi serviti allora, con simboli vagamente celtici ma in
realtà abbinabili a qualunque tradizione, serviti in salsa gioco da tavolo.
“Triqueta” scomoda antiche leggende per metter su un gioco da tavolo che ha però un sapore di un po’ già visto.
Chi ha un minimo di cultura ludica, in un primo approccio
con questo titolo non potrà fare a meno di notare una fortissima similitudine.
Il paragone va fatto con sua maestà “Coloretto”, un giochino
di carte compatto e semplice, compagno di viaggio e di tavoli di molti.
Il sistema di gioco richiama in modo massiccio la meccanica
di questo vecchio classico, con una coppia di opzioni tra cui scegliere quella
da svolgere.
Quindi aggiungere qualcosa ad una fila o prendere la fila
per accumulare set che permettono di fare dei punti.
Quello che cambia sta ovviamente nella preparazione del
gioco e soprattutto nel sistema di punteggio finale, tanto da rendere i due titoli
diversi.
La preparazione qui impone la suddivisione delle tessere in
set, quindi una limitazione nelle aggiunte che si potranno fare alle file.
Non si potrà mai sapere poi se, in caso di scarto tra un
round e l’altro, quante tessere saranno effettivamente ancora in gioco.
La differenza più forte tra “Triqueta” e “Coloretto” è anche nella struttura dei componenti, qui rappresentati da bellissime tessere in legno.
Un grande valore per un gioco da tavolo può essere
rappresentato anche dai suoi componenti e qui si vola davvero alto.
Le tessere animale infatti sono di fattura pregiatissima,
con l’effige ben disegnate dei 6 animali che doneranno punti a fine partita.
Anche gli altri piccoli materiali, come i dischi albero o la
pietra di partenza sono pienamente inseriti nell’ambientazione scelta.
Ovviamente i punteggi sono tutti orientati verso i premi per
i trittici, quindi tre tessere di un tipo varranno id più rispetto a tutte le
altre combinazioni.
Guai a fare gli avidi e sforare perché si rischia di azzerare
quelli che invece potranno essere i guadagni, con decurtamenti per ogni tessera
extra dopo la terza.
I turni si avvicendano veloci lasciano i 4 turni di gioco condensati in non più di una mezz’oretta anche con giocatori occasionali al tavolo.
Il bello di “Triqueta” è anche la possibilità di poterlo
intavolare pressochè con chiunque senza stressare troppo il popolo non ludico.
L’approccio immediato alle regole semplicissime lo rende
coinvolgente ma al tempo stesso facilissimo da digerire per chiunque.
Un gioco che sfiora il classicismo come base, ma che con la sua inedita veste di punteggio potrebbe diventare un degno successore di "Coloretto".
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