“Level 10”, dieci livelli da superare
“Level 10”, un tuffo nei videogiochi anni 80
Cinque mondi da visitare per un'avventura un po' retrò a suon di carte.
Il suo scopo è quello di sconfiggere la temibile armata di Lord Doon dalle magiche terre di Woz, visitandole una ad una.
Foreste, deserti, addirittura il cielo dovranno essere scandagliati in una serie di scenette tipiche di un videogioco di anni '80.
Pixel come se piovesse, ma sono i numeri a fare la differenza: potranno una pausa o un reset riuscire a scansare i pericoli?
COMPONENTI: In “Level 10” abbiamo tante carte livello che racconteranno la storia del coraggioso Izzy
“Level 10” è un gioco di carte ideato da Hisashi Hayashi per 1-5 giocatori e pubblicato da StudioSupernova.
Nella piccola scatola che ricorda un po' una gloriosa console portatile, troviamo semplicemente un mazzo di carte.
In questo mazzo sono presenti 3 carte pausa e 5 coppie di carte reset legate ad ognuno dei mondi, con un valore di 0.
Le restanti 40 carte sono carte livello, con valori da 1 a 8 appartenenti a 5 mondi diversi ovvero foresta, cielo, deserto, vulcano e palude.
PREPARAZIONE: Il numero di carte pausa da inserire nel mazzo farà variare il livello di difficoltà di “Level 10”.
Il mazzo così formato andrà mescolato e, in base al numero di giocatori, ognuno pescherà una mano di carte.
Le carte reset andranno accoppiate per tipo e poste in colonna, formando l'inizio dell'avventura in ogni mondo.
Lo scopo del gioco è arrivare, in collaborazione, al livello 10, ovvero formare 10 colonne di carte, attraversando i mondi di gioco.
IL GIOCO: Ogni giocatore di “Level 10” deve necessariamente giocare una carta al proprio turno, pena la sconfitta generale.
Il primo caso sarà quello più frequente e permetterà di giocare una delle carte dalla propria mano all'interno di una delle righe che verranno formate.
Ogni riga, che partirà in corrispondenza delle relative carte reset, riguarderà un mondo specifico, che ha la sua icona e colore di riferimento.
Ovviamente il piazzamento richiederà di seguire delle regole ben precise, a cominciare dalla numerazione.
La carta livello da giocare in una riga deve essere di almeno un numero superiore rispetto a quella immediatamente precedente.
In più le carte vanno inserite nella colonna in cui attualmente si sta giocando: ogni colonna va quindi completata prima di iniziarne un'altra.
In ognuna delle colonne deve esserci esattamente una carta reset oltre ad avere 4 carte livello o pausa.
La carta reset si gioca selezionandola da un mondo, la si piazza seguendo le regole citate e poi da mano si potranno scartare da 0 a 2 carte, mettendole in fondo al mazzo, ripescandone altrettante.
La carta pausa è invece una carta che prenderà il valore della precedente come indicazione per il posizionamento della successiva ed è neutra rispetto ai mondi in cui collocarla.
La forma di comunicazione che possono avere i giocatori è ovviamente limitata rispetto alla propria mano di carte.
Sarà possibile indicare quante carte si avranno di un certo mondo e su quale si è orientati a giocare, ma non si potrà dire niente sui numeri effettivi delle proprie carte.
Se un giocatore non avrà modo di giocare una propria carta dalla mano e non ci saranno più reset a disposizione, la partita sarà persa.
Se invece i giocatori comporranno anche la decima colonna dei mondi, avranno vinto in collaborazione la partita.
CONSIDERAZIONI: “Level 10” è una vera sfida, difficilissima da portare a termine, in cui la collaborazione è tutto.
Molti eroi in formato pixel hanno deliziato il nostro passato e oggi anche il nostro presente può ritrovare quei mirabolanti personaggi.
“Level 10” riporta i giocatori di una volta in un'atmosfera di decenni fa dove i videogiochi erano realizzati in modo grossolano.
Lo stile grafico richiama immediatamente l'attenzione dei più grandicelli con la passione dei videogiochi di una volta.
La grafica spartana a cui si era abituati, lontana anni luce dai film interattivi presenti sulle nostre console, è il tema principale che salta subito all'occhio.
Cinque i mondi che si andranno ad attraversare, ma non uno per volta, bensì in modo trasversale, si affronteranno tutti insieme.
Questo perchè la regola vuole sempre convogliare in una sola colonna, che spazia da mondo a mondo, l'azione di gioco prima di proseguire.
Con questa regola, i giocatori saranno costretti a dover giocare una carta per colore e inevitabilmente un reset solo in una delle file.
Una regola ferrea che deve essere necessariamente seguita, pena la fine prematura della partita per tutti.
La collaborazione e l'interazione sono dei bisogni primari in un titolo come “Level 10” visto che si vince o si perde tutti insieme.
Ci troviamo di fronte ad un collaborativo, motivo per il quale bisognerà concentrarsi, insieme ai propri compagni, sull'obiettivo di vittoria comune.
Attraversare i cinque mondi sarà impossibile da soli, ma potrebbe essere fattibile in compagnia con la giusta complicità.
Per poter andare avanti bisognerà quindi attivare una forma di comunicazione importante, pur avendo delle inevitabili limitazioni.
Infatti i giocatori non potranno rivelare i propri numeri, ma solamente quanti colori siano disponibili nella propria mano.
Una comunicazione quindi molto limitata che in qualche modo deve essere interpretata per organizzare le giocate turno dopo turno.
Ed è tutta qui la chiave del gioco, una seria organizzazione per poter sistemare le carte al meglio per andare avanti.
“Level 10” ha una semplicità di
fondo nella sua meccanica che deve tradursi in una sintonia perfetta
con gli altri.
La meccanica alla base di questo titolo è davvero molto semplice, visto che bisognerà semplicemente piazzare una carta nella colonna in corso.
Niente di più semplice, se non capire quale sia meglio utilizzare proprio per andare avanti e non tarpare le ali agli altri.
Non bisogna infatti mai pensare solamente per sé, tutto deve muoversi con una sincronia perfetta anche con gli altri.
Smistare le possibilità in base alle carte disponibili nelle proprie mani è l'unica chiave verso il successo.
Il paragone con “The Game” per certi versi viene spontaneo ed effettivamente alcune somiglianze sicuramente ci sono.
Uno scopo comune, una numerazione ascendente, limiti nella comunicazione sono degli importanti punti in comune.
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