“Trial of the Gods”, argonauti in azione
“Trial of the Gods” a caccia del vello d'oro.
Nell'antica Grecia, il mito del Vello d'oro spinge gli argonauti a viaggi pericolosissimi.
Il leggendario Vello d'oro, una armatura speciale che poteva donare invincibilità e guarire ogni tipo di ferita.
Per poter trovare i pezzi disseminati in tutte le isole dell'arcipelago, bisognerà affrontare un viaggio irto di pericoli.
La struttura di gioco è quella di un deckbuilding, tra esplorazione, navigazione, combattimento e addirittura prove olimpiche!
COMPONENTI: “Trial of the Gods” è pieno di materiali, tra cui diversi mazzi di carte, tra mostri, navigazione e olimpiadi.
All'interno della scatola si trova un tabellone con un arcipelago suddiviso tra isole e aree di mare, di cui alcune popolate da mostri.
Quattro le plance giocatori, una plancia olimpiadi, una per i nemici argonauti e una per i nemici mostri.
Tantissimi i segnalini, come 18 segnalini blocco, 12 tesori, 48 esplorazioni, 24 potenziamenti, 20 campione e 20 disonore.
Sono 24 i segnalini bandiera, 76 i cubi colorati per i giocatori e 10 cubi neri, mentre sono 12 i templi da assemblare, ognuno con un simbolo.
Abbiamo poi 6 case divinità, con associati altrettanti segnalini divinità e come meeple 4 capitani 8 i gregari, ma ci sono anche 12 mostri terresti, 6 argonauti nemici e 15 mostri marini.
Oltre 3 dadi speciali per i combattimenti dei mostri ci sono anche 4 segnalini iniziativa e altrettanti per la classifica.
Numerose anche le carte, con 24 talenti suddivisi in 3 livelli diversi, 24 carte viaggio, 12 carte ero e 24 carte argonauta.
Ci sono anche 19 carte nemico marino e 24 nemico terrestre, 24 carte azione iniziali e 24 carte azioni personali, oltre ad 84 carte azione divinità.
Terminano la lista dei componenti 16 carte animae, 6 carte olimpiadi e 8 utilissime carte riassuntive per le azioni e le fasi del round.
PREPARAZIONE: La mappa di “Trial of the Gods” andrà preparata con templi che nascondo tesori e nemici da combattere.
Ogni tesoro andrà coperto con un tempio, con il simbolo rivolto verso l'alto se si vuole giocare con la versione avanzata.
Le plance olimpiadi e nemici andranno sistemate accanto al tabellone e il mazzo di carte olimpiadi va mescolato e messo accanto alla relativa plancia.
Per ogni zona di mare pericoloso andrà estratta una carta dal relativo mazzo mescolato e sistemata la relativa miniatura su quella porzione di mare.
La carta invece andrà posizionata nello slot relativo ai mostri marini, del livello adeguato: questa procedura andrà fatta per tutte le porzioni di mare pericoloso.
Le carte argonauta andranno mescolate ed ogni giocatore riceverà una carta da tenere momentaneamente da parte.
I mostri terrestri e gli argonauti restanti andranno mescolati in mazzi separati: 6 carte per tipo andranno estratte dai relativi mazzi posizionando i meeple sulle varie isole.
A lato del tabellone andranno posizionati i supporti casa, posizionando un segnalino divinità casuale su ognuno di essi.
Il segnalino indicherà il tipo di carte divinità che ogni supporto andrà ad ospitare. Infine andranno mescolate e posti accanto all'area di gioco i mazzi navigazione e anima.
La preparazione di "Trial of the Gods" prevede anche quella personale di ogni giocatore
Ogni giocatore riceve una plancia personale, un cubo nero da posizionare sul 5 sul tracciato vigore e un cubetto del proprio colore da posizionare invece sul 4.
Otto altri cubi andranno nello spazio più a sinistra della riserva sulla plancia e si otterranno anche un meeple capitano e 2 gregari.
I segnalini potenziamento del proprio colore andranno messi casualmente negli spazi sotto il tracciato vigore.
Ogni giocatore riceve 6 carte talento, due per livello, da guardare e tenere da parte, per poi rivelare la carta nemico argonauta ricevuta.
Questa indicherà la carta che andrà posta sul primo spazio della propria plancia, che rappresenterà il capitano.
In relazione a questa carta, andranno prese anche le due carte azione personale da mescolare insieme alle carte iniziali per formare il proprio mazzo.
I segnalini classifica di ogni giocatore andranno sullo 0 della plancia olimpiadi, mentre i segnalini iniziativa andranno mescolati e posti in ordine casuale per stabilire le priorità.
Chi gioca per ultimo sarà il primo a posizionare il proprio capitano in una zona di mare del bordo esterno della mappa e poi in sequenza gli altri, senza usare lo stesso luogo o uno adiacente.
Lo scopo del gioco sarà quello di fare il maggior numero di punti cercando di eccellere in quattro specifiche classifiche.
IL GIOCO: “Trial of Gods” si estende in 4 o 5 round, ognuno rappresentato da 5 fasi, dall'alba al tramonto.
La fase di alba sarà fatta per gli acquisti, ovvero per l'acquisione di nuove carte azione, per addestrare i gregari e per acquisire talenti.
Innanzitutto, ogni giocatore pescherà tante carte azione dal proprio mazzo per arrivare al numero massimo di carte possibili stabilito dalla posizione del proprio cubetto sul tracciato vigore.
Chi si trova alla fine del tracciato iniziativa sulla plancia olimpiadi prenderà due carte dal mazzo olimpiadi, una la sceglierà esponendola, l'altra la rimescolerà nel mazzo.
I giocatori che avranno benedizioni da certe divinità, prenderanno carte relative a quegli Dei, ponendole davanti a sé.
Ogni giocatore utilizzerà poi i cubetti energia nello spazio a sinistra della propria plancia per acquisire queste carte, talenti o per addestrare gregari.
Sarà possibile avere un solo talento per ogni livello. I gregari si possono addestrare girando le carte sulla propria plancia dal lato opposto.
Le carte divinità che invece si deciderà di acquisire, dovranno essere poste nella propria pila degli scarti, rendendole disponibili al primo rimescolamento.
Nella fase successiva, quella avventura, i giocatori, a turno, andranno a svolgere una o due azioni oppure decideranno di passare.
Le azioni possibili sono quelle stabilite secondo i parametri delle carte oppure le azioni dirette che non hanno bisogno di carte di supporto.
L'intensità delle azioni stabilite dalle carte dipendono dal numero accanto al simbolo relativo all'azione desiderata.
Vediamo nel dettaglio le azioni che si possono svolgere in una partita di "Trial of the Gods"
Un'azione è quella di navigare, che permette di spostare il proprio capitano tra porzioni di mare e isole adiacenti alla posizione di partenza.
Se si finisce in una porzione di mare senza segnalini blocco, bisogna metterne uno e pescare una carta viaggio, risolvendola. Uscendo da una zona di mare con un nemico, si otterrà un disonore.
Con l'azione ripristinare si andranno semplicemente a spostare cubetti dalla zona a destra a quella a sinistra, rendendoli di nuovo utilizzabili.
Con l'azione di comandare si posizionerà o sposterà un proprio mostro domato o gregario in un luogo della mappa, posizionando un proprio cubetto su di esso.
Infine con l'azione di curare, si andrà a spostare verso destra il cubetto del proprio colore sul tracciato vigore, senza poter superare quello nero.
Nella modalità avanzata, i templi avranno un simbolo rivolto verso l'altro: in questo modo, se il proprio capitano ci si trova accanto, daranno un modificatore per quell'azione specifica.
Alcune azioni extra possono essere svolte non necessariamente con le carte azione in mano ma con talenti o carte eroe sulla propria plancia, una volta per round.
Altre azioni invece sulle carte possono essere quelle di risposta, evidenziate da un certo colore, che permettono di svolgere l'azione fuori dal proprio turno, in concomitanza con un evento.
Come azioni dirette invece c'è la possibilità di esplorare, ovvero giocare da una a tre carte dalla propria mano per raggiungere il valore di esplorazione dell'isola dove si trova il proprio capitano.
Ogni isola ha una serie di slot con valori sempre maggiori da raggiungere per poter esplorare l'isola: chi lo fa piazzerà un proprio segnalino e vedrà il tesoro sotto il relativo tempio.
Un'altra azione diretta è quella del combattimento, che si potrà svolgere se il proprio capitano o un gregario si troveranno in un luogo con un argonauta nemico o un mostro.
Il combattimento avviene con la scelta, del giocatore di turno, di un set di carte, da una a tre, per sommare i valori di attacco o l'effetto della carta.
Un altro giocatore, in base al nemico da attaccare, lancerà un certo numero di dadi che potranno infliggere ferite, facendo arretrare il vigore dell'attaccante, o attivare il potere del mostro.
Con ogni combattimento vinto, i giocatore potranno infliggere un danno al mostro, al secondo sconfiggerlo, reclamando la carta relativa.
Nel caso di un mostro, si otterrà la miniatura che da quel momento diventerà un mostro domato da collocare con l'azione comandare e si otterrà un cubo energia extra.
Se invece fosse stato sconfitto un argonauta. Andrà presa la carta eroe relativa dal lato non addestrato che si trasformerà in un proprio gregario. Il cubo nero sul vigore avanzerà di due spazi.
Continuiamo ad esplorare tutte le altre fasi di una partita a "Trial of the Gods"
Nella fase dei mostri, ogni creatura attacca chi si trova nel proprio spazio infliggendo automaticamente un danno.
In quella delle olimpiadi invece i giocatori faranno avanzare il proprio segnalino sulla plancia olimpiadi in base al fervore indicato da propri talenti o altri effetti bonus.
Ognuno pescherà carte fino al limite di mano e tutti ne sceglieranno una da far valere come effetto o facendo avanzare il segnalino dei valori relativi alle discipline indicate dalla carta olimpiade.
Dopo tre gare di questo tipo, si controlleranno le capacità olimpiche degli argonauti, ovvero i simboli della carta olimpiade presenti su carta eroe e gregari.
Per ogni simbolo presente si andrà a tirare un dado: il fervore aumenterà di uno per ogni risultato 1 e ogni simbolo attivazione.
Non resterà che fare la premiazione tramite la classifica in base al posizionamento dei giocatori sul tracciato fervore della plancia olimpiadi permettendo di guadagnare segnalini campione.
L'ordine in cui si trovano i giocatori sul tracciato fervore sarà anche il nuovo ordine di iniziativa, sistemando i relativi segnalini.
L'ultima fase, quella del tramonto farà spuntare nuovi mostri: per ogni segnalino blocco, verrà pescata una carta mostro marino da posizionare, tranne nel caso in cui venisse pescato un mare calmo.
I giocatori toglieranno i segnalini blocco dalle azioni sulle proprie carte e ripristineranno energia secondo le proprie carte talento.
Dopo il quarto round nella partita normale o dopo il quinto nella modalità avanzata, si potrà procedere al calcolo dei punti finali.
I punti finali si andranno a calcolare creando delle classifiche in base ad alcuni criteri che i giocatori avranno raggiunto durante la partita.
Ci sarà la classifica per le sottomissioni: ognuno andrà a contate i punti alloro dei mostri domati e i primi tre posti guadagneranno rispettivamente 6, 4 e 2 punti.
Per le esplorazioni, i giocatori guadagneranno un alloro per le isole dove avranno un segnalino ma non ci sarà un pezzo del vello d'oro, due invece se ci sarà: anche qui classifica di 6.4 e 2 punti.
Verranno poi contati i segnalini campione vinti durante le olimpiadi premiando chi ne avrà di più e creando il solito podio.
Classifica anche per la devozione contando gli allori su tutte le proprie carte azione, meno un alloro per ogni animae, premiando i giocatori con la classifica.
Eventuali pareggi andranno risolti tramite la verifica delle quantità di segnalini disonore posseduti e il vincitore sarà il giocatore con il punteggio più alto.
CONSIDERAZIONI: “Trial of the Gods” condensa tante attività in pochi turni. Amministrare le carte sarà fondamentale.
Ecco Zeus con le sue saette, Afrodite con la sua bellezza, Poseidone con la sua carica: perchè non coinvolgerli nella ricerca del Vello d'oro?
“Trial of the Gods” prende in prestito le divinità greche classiche per un deckbuilding ricco di elementi.
Siamo di fronte ad un deckbuildingdeckbuilding come meccanica di base, ma sarebbe davvero riduttivo parlare solamente di questo.
L'utilizzo del proprio mazzo di carte, che torneranno di volta in volta nelle proprie mani, è solo una delle meccaniche inserite infatti.
Entrano in gioco anche i combattimenti, virando fortemente verso una tipologia di gioco più american e una spruzzata di controllo territorio.
Non mancherà anche la gestione carte e chiaramente una nota di bluff nello svelare o meno la presenza di tesori preziosi sotto i templi.
Un bel po' di carne al fuoco insomma che andrà ad affollare i 4 o 5 round di gioco con le azioni rivolte a salire nelle classifiche.
Un po' troppa la carne piazzata sulla brace? Probabilmente si visto che le possibilità al proprio turno non saranno poi tanto sviluppabili.
Sarà il nostro vigore a sancire quante carte potremo avere in mano, ed è tramite quelle che si andranno a compiere le azioni più importanti del gioco.
In questa fase dovremo quindi amministrare al meglio tutte le possibilità date dai valori numerici relativi ai simboli azione o i poteri delle carte divinità.
Se per spostarsi o esplorare si potrà utilizzare anche solo una carta molto spesso, i combattimenti saranno molto più sanguinosi.
Una mano di carte potrà essere quindi sbaragliata da un combattimento furioso per infliggere però solo un danno al proprio nemico.
Per fortuna alcuni poteri o danni molto ingenti potranno dare il colpo di grazia senza dover aspettare un secondo round per poter annientare il nemico e domarlo.
“Trial of the Gods” può contare su una lunga lista di componenti, quasi tutti di grandissimo pregio.
La lista di materiali che si utilizzano durante la partita appare piuttosto lunga, visto che gli elementi sono moltissimi.
Solamente tra le carte abbiamo tantissime tipologie, a partire dai mazzi iniziali divisi per colore fino agli incontri di navigazione.
Anche tutti i mostri e i possibili gregari hanno i loro esemplari cartacei, senza dimenticare tutte le carte azione relative alle divinità.
Passando ai segnalini, ogni giocatore avrà i suoi cubetti, ma ci sono anche quelli di blocco per i tratti di mare, i tesori da scoprire, i disonori e i segnalini campione.
Bellissime poi le miniature, perfettamente inserite in un contesto di iconografia greca, con mostri marini e terrestri e i personaggi dei giocatori, tutti diversi tra loro.
Ogni divinità ha poi un portacarte relativo, così come i tempietti, che formano delle belle ma semplici costruzioni in tre dimensioni sulla mappa di gioco.
Ben fatte le plance dei giocatori, con incavi che permettono ai materiali di restare al loro posto in ogni momento senza tenere scossoni.
Inspiegabilmente di fattura molto meno precisa e solida le plance per le carte mostro, che stridono molto contro la bellezza del resto dei componenti.
Tutta questa grande lista di componenti renderà inevitabilmente un po' lunga la fase di preparazione per poter allestire il tutto.
“Trial of the Gods” è un mix di elementi che ha una base abbastanza semplice, ma resa complessa da una nutrita simbologia.
Aprendo la scatola, affacciandosi a tutto il materiale disponibile e al regolamento ricco di fasi e di specifiche dei componenti, un attimo di smarrimento arriva.
Tante le nozioni da imparare, tanti i termini, tante le possibilità anche se alla fine le azioni principali sono solo quattro.
Però le fasi sono diverse e vanno sviluppate tutte in modo perfetto per avere una possibilità di vittoria.
La simbologia è uno scoglio che alle prime partite purtroppo si fatica un po' a superare, tanto da aver sentito la necessità di un reminder apposito.
Utilissimo per fortuna per poter tradurre tutte le carte divinità che propongono tanti effetti da utilizzare durante i turni.
La particolarità del gioco la si manifesta proprio nelle battute finali, nella fase di punteggio davvero molto originale.
I punteggi infatti andranno tutti basati su 4 differenti classifiche che si ramificano verso 4 aspetti del gioco da curare.
Quindi combattimenti, olimpiadi, carte da acquistare ed esplorazione: bisognerà tentare di primeggiare in tutti questi settori.
Ovviamente scopo non facile, così come avere d'occhio chi probabilmente sia avanti nei punteggi, fino a fine partita.
Superato qualche scoglio iniziale ed una complessità ricamata su una base semplice, “Trial of the Gods” è un gioco interessante ma pomposo.
Ricco di bei componenti e di una simbologia che spaventa, il gioco riporta all'antica Grecia con un finale sempre scoppiettante ed imprevisto.
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