"Deckscape - Furto a Venezia", l'escape room da tavolo ci porta in laguna - NO SPOILER -



Gli amanti degli enigmi, oltre che dei giochi da tavolo, avranno di certo già provato una delle numerose escape room che ormai sono facilmente raggiungibili pressoché in qualunque città italiana e del mondo. Se la vostra sete di enigmi e di risoluzioni non fosse già placata da quello che uno scienziato pazzo, un enigmista o una misteriosa identità vi abbiano proposto in uno dei mille eventi sparsi in giro per il globo, cercate pure un gruppo di amici per mettervi alla prova con “Deckscape – Furto a Venezia”.

Deckscape – Furto a Venezia” è un gioco targato DV Giochi adatto per un numero di giocatori che va da 1 a 6 e ideato da Martino Chiacchiera e Silvano Sorrentino. All'interno della confezione in formato pocket troviamo semplicemente delle carte e un foglio con un piano da svelare solo al momento giusto. Per la natura del gioco, non è il caso di rivelare nulla riguardo queste carte, ma si può dire, senza rivelare alcun dettaglio di quest'avventura, che ogni carta può rivelare un nuovo enigma, essere un oggetto importante per un preciso momento del gioco, o addirittura un personaggio. Tenete conto che per iniziare la partita servirà anche un cronometro, anche quello del proprio smartphone andrà benissimo e carta e penna che potrebbero essere utili per segnare elementi importanti snocciolati durante la risoluzione degli enigmi, ma soprattutto per ricordare ogni errore commesso durante la partita.

Non c'è un regolamento all'interno della piccola scatola in cui le carte sono contenute, ma appena l'aprirete dovrete solamente seguire ciò che c'è scritto sulla prima, senza azzardarvi a mescolare il mazzo così come vi viene proposto. Pur non raccontando nulla di ciò che vi si presenterà una volta arrivati al primo enigma, possiamo rivelare che, al contrario delle altre escape room da tavolo presenti sul mercato, l'inedita e piacevolissima novità proposta da “Deckscape – Furto a Venezia” è la necessità di distribuire dei ruoli ad ogni giocatore. Ognuno mostrerà soltanto la faccia e il nome in codice del personaggio selezionato, ma solamente chi sceglierà quella carta potrà scoprire quale sia l'abilità che detiene quel determinato ruolo, lasciando gli altri nel più assoluto mistero, fino a quando, in un momento del gioco, questa peculiarità non diventerà assolutamente indispensabile. Poichè tutti i ruoli devono essere in gioco, qualora vi trovaste a giocare in numero inferiore a 6, dovrete distribuire gli altri ruoli tra i giocatori che prenderanno parte all'avventura.

Impossibile rivelare altro senza spoilerare, vista la natura stessa del gioco, ma possiamo dire che, come struttura, “Deckscape” rimane orientato sulla scia dei suoi due predecessori: ad ogni enigma proposto, il gruppo dovrà scervellarsi per trovare una soluzione che reputino valida e dovranno girare la carta per poter verificare se la soluzione offerta sia giusta o sbagliata. A seconda dell'esito, si dovrà segnare l'eventuale errore sul foglio di carta e questo rappresenterà un malus da tener conto a fine partita per permettere al gioco di assegnare una sorta di punteggio che valuterà il numero di enigmi non risolti e il tempo che il gruppo impiegherà ad arrivare alla fine della storia. Che il risultato sia positivo o negativo, girando la carte si rivela inevitabilmente la soluzione di un caso, quindi è necessario pensare bene alla risposta da dare in accordo con ogni giocatore e andare comunque avanti col prossimo enigma e con la prossima carta anche nel caso in cui non si sarà raggiunta la soluzione esatta.

Esattamente quest'aspetto appartenente a tutta la serie di “Deckscape” risulta forse poco coerente con lo spirito originale di una vera escape room. La possibilità di sbagliare, ma dover comunque andare avanti, permetterà ovviamente di allontanarsi dal risultato migliore a fine gioco, ma non offre sempre ai giocatori la possibilità di avere una sicurezza nella risposta da dare prima del controllo. Al contrario, per chi non ama i giochi troppo frustranti e le lunghe attese, raggiungere un celere accordo e verificarlo tutti insieme per passare al prossimo, può risultare un modo per non sprecare tempo utile per porre fine all'avventura. Grazie anche alla presenza dei ruoli e all'affascinante ambientazione, si riesce perfettamente, merito anche dell'inesorabile tempo che passa, a calarsi nei panni dei protagonisti, assaporando in prima persona tutta la vicenda snocciolata carta dopo carta, ma al tempo stesso, questa medaglia ha una doppia faccia visto che, proprio per la presenza di ruoli e di notizie esclusive a disposizione di uno solo dei partecipanti, si costringerà quel determinato giocatore a risolvere quasi in solitario un enigma col rischio, in assenza di doti da abile risolutore, di rallentare non poco la risoluzione del caso. I più avvezzi alle escape room tradizionali troveranno forse un po' facile la maggior parte degli enigmi proposti da “Furto a Venezia”, ma tutti gli altri si divertiranno ad immergersi nei panni delle identità proposte e mettersi alla prova attraverso prove di natura differente con la speranza di raggiungere una valutazione interessante a fine partita.

Vi sentite pronti per affrontare la sfida? Seguite questo link e date spazio alle vostre capacità di ladri!

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